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Figli naturali: cadono le ultime differenze con i figli legittimi

Riforme

Figli naturali: cadono le ultime differenze con i figli legittimi

Di In Riforme Il 2 Febbraio 2013


La Camera dei deputati ha approvato in terza lettura con il voto favorevole di 366 deputati (31 i contrari e 58 gli astenuti) il disegno di legge che equipara i diritti dei figli naturali a quelli dei legittimi, ovvero nati all’interno del matrimonio.

Le discriminazioni tra le due “categorie” d figli erano state già quasi del tutto eliminate con la riforma del diritto di famiglia del 1975.

Il provvedimento licenziato dal parlamento mira dunque ad eliminare le ultime differenze sopravvissute alla riforma.

In particolare, prima della riforma, l’art. 258 del codice civile disponeva che il riconoscimento del figlio naturale “non produce effetto che riguardo al genitore da cui fu fatto” con la conseguenza che nessun rapporto di parentela si instaurava tra il figlio naturale e gli altri parenti del genitore che effettuava il riconoscimento (ad esempio i nonni).

Ora l’articolo 1 del DDL stabilisce che “la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo. Il vincolo di parentela non sorge nei casi di adozione di persone maggiori di età”. E si chiude con «nel codice civile le parole: “figli legittimì” e “figli naturalì” sono sostituite, ovunque ricorranno, dalla seguente: “figlì”.

L’articolo 2 del DDL, invece, contiene la delega al governo che entro 12 mesi deve adottare “uno o più decreti legislativi di modifica delle disposizioni vigenti in materia di filiazione e di dichiarazione dello stato di adottabilità per eliminare ogni discriminazione tra i figli, anche adottivi”.


Circa l'Autore

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Iacopo Chianese è notaio con sede a Pioltello e studio secondario in Milano. Collabora con lo studio dal 2005 occupandosi principalmente di tematiche societarie.

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